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HAMMAMET
Hammamet, fine del secolo scorso. Il Presidente ha lasciato l'Italia, condannato per corruzione e finanziamento illecito con sentenza passata in giudicato. Accanto a lui ci sono moglie e figlia, mentre il secondogenito è in Italia a "combattere" per riabilitarne l'immagine e gestirne l'eredità politica. Nel suo "esilio volontario" lo raggiungono in pochi: Fausto, il figlio dell'ex compagno di partito Vincenzo suicida dopo essere stato inquisito dal Giudice, e un Ospite suo "avversario, mai nemico". Sono gli ultimi giorni di una parabola umana e politica che vedrà il Presidente dibattersi fra malattia, solitudine e rancore: e la sua ultima testimonianza è affidata alle riprese di Fausto che nello zaino, oltre alla telecamera, nasconde una pistola.

Regia: Gianni Amelio. Con Pierfrancesco Favino, Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Alberto Paradoss. Genere: Storico
Vincitore di 2 Nastri d'Argento

CRAXI, UNA CINESTORIA PIÙ «VERA» DELLA STORIA
La Gazzetta del Mezzogiorno
La cittadina tunisina Hammamet serba nell'etimo arabo l'hammam, il bagno o le terme, e Hammamet di Gianni Aurelio è a suo modo un lavacro di storia patria. Da ieri nelle sale, il film arriva a vent'anni dalla scomparsa del leader socialista Bettino Craxi che, condannato in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito del Psi, negli ultimi anni si stabilisce a Hammamet e vi muore quasi sessantaseienne
RITRATTO DEGLI ULTIMI ANNI DI BETTINO CRAXI IL SOVRANO NELL'ESILIO FORZATO IN TUNISIA
La Sicilia
Thriller intimista piuttosto che politico. "Hammamet" si sviluppa intorno alla storia di Craxi, il re decaduto, della figlia che lotta per lui, e di un ragazzo misterioso, figlio di un politico suicida che si introduce nel mondo dell'ex presidente e cerca di scardinarlo dall'interno. Gianni Amelio a due armi dal bellissimo "La Tenerezza" ci consegna un film anomalo rispetto alla sua filmografia.
CRAXI REDIVIVO GRAZIE A FRANCESCO FAVINO NELL' HAMMAMET DI GIANNI AMELIO
Il Giornale
Uscito in oltre quattrocento copie, "Hammamet" di Gianni Amelio racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, contumace nella sua villa-rifugio in Tunisia. Il film, arrivato a quasi vent'anni dalla morte del suo protagonista (l'anniversario sarà il prossimo 19 Gennaio), si astiene dal formulare qualsiasi giudizio di natura storica e politica.
LA STORIA È UN AFFARE DI PADRI E FIGLI
La Repubblica
Non è un film su Craxi, ma è innegabilmente un film su Craxi. Il protagonista di Hammamet non ha nome, ma è un segretario del PSI che "alla fine del secolo scorso", malato, si trova latitante in Tunisia, inseguito da due condanne della magistratura, accudito dalla figlia e dalla moglie. E lascia ipnotizzati il mimetismo di Pierfrancesco Favino, una performance con pochi precedenti nella storia del cinema. La vicenda, oltretutto, salda insieme due binari: da un lato una riflessione non tanto sulla cronaca quanto sul senso della storia, sulla fisiologia del potere vista dal privato, e dall' altro un filo narrativo che è inconfondibilmente "alla Amelio". Ma soprattutto, come negli altri film del regista, siamo davanti a un confronto tra padri e figli: "Craxi" è raggiunto da Fausto, figlio di un vecchio compagno suicida, intenzionato a ucciderlo, ma tra i due scatta uno strano rapporto. Su queste basi, il gioco realtà/ finzione si fa complesso ma per gran parte del film tiene, e diremmo soprattutto quando la politica è filtrata da una dimensione umana. Anche se alla fine, come se temesse di non aver abbastanza romanzo, di essere incastrato tra il vero e il falso, Amelio accumula svolte ed eventi, con almeno tre finali non sempre intonati. Non è difficile capire cosa ha affascinato il regista nella storia. Fuori si intravede una Tunisia povera, piena di bambini: in fondo, forse, l'Italia di un tempo, quella che Amelio aveva già dislocato in Albania ai tempi di Lamerica. Anche se il regista ha dichiarato che il vero protagonista del film è Fausto, in realtà questi è soprattutto un tramite per lo spettatore: il film è tutto filtrato dal punto di vista di "Craxi", e lo spettatore non può che stare dalla parte di questo eroe tragico, che guarda alla storia sconfitto ma orgoglioso.
 
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