Due vecchi amici s’incontrano dopo anni. Per puro caso uno scopre di essere gravemente malato. Per una serie di circostanze, tuttavia, lui crede che sia l’altro a dover morire presto e decide di fargli vivere al meglio il tempo che gli resta. Da questo, parte la storia raccontata in modo assolutamente brillante in “Il meglio deve ancora venire” del duo di registi francesi Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaport, che già avevano diretto insieme nel 2012 “Cena tra amici”, ritratto della borghesia alle prese con la maternità.
Questa volta, però il tema trattato è quello della morte di César (Patrick Bruel), un imprenditore fallito pieno di vita e di donne esattamente agli antipodi di Arthur (Fabrice Luchini), ricercatore brillante ma prigioniero delle sue paure, appena mollato dalla moglie. Quest’ultimo cerca invano di dire la verità all’amico, senza riuscirci mai.
Il gioco di equivoci genera una serie di vicende surreali, che andranno a coinvolgere tutti coloro che li circondano. La sceneggiatura è brillante, così come l’interpretazione dei due mattatori, che sono in perfetta sintonia. Una serie di trovate non fa mai scendere la tensione e chiude perfettamente il cerchio.